PAPAVERO



papavero

E' bello guardare un campo di grano punteggiato dal rosso dei papaveri, induce a pensare all'estate che avanza. Ma purtroppo i papaveri, una volta raccolti, appassiscono nel giro di un attimo.
Forse a causa della loro precoce decadenza e anche per le loro proprietà di allucinogene, i papaveri, nel linguaggio dei fiori, sono considerati i paladini dei sogni premonitori e anche delle sorprese.


Il papavero è largamente diffuso in Italia, fiorisce in primavera da aprile fino a metà luglio, cresce spontaneamente nei campi e sui bordi di strade e ferrovie, per questo è considerata una pianta infestante.
Petali e semi possiedono leggere proprietà sedative, infatti il papavero è parente stretto del papavero da oppio, da cui si estrae la morfina.
Per queste sue caratteristiche si realizza un infuso (con 4 o 5 petali per tazza) che viene spesso somministrato ai bambini prima di andare a letto per indurre loro un sonno migliore. Ma va notato che il papavero è anche blandamente tossico, per questo motivo è importante non eccedere le dosi consigliate e non farne un uso prolungato. Oltre ai petali, che in infuso conferiscono alla tisana un profumo gradevole e un colore rossiccio, si utilizzano anche le capsule che hanno gli stessi effetti ma con una concentrazione maggiore.
Il papavero è usato anche in cucina, infatti in Friuli il cespo di foglie che si sviluppa attorno alla radice all'inizio della primavera, quando la pianta è ancora poco sviluppata ed è lontana dalla fioritura, viene consumato lessato ed eventualmento saltato in pentola come verdura, nota con il nome di "confenòns" ed ha un sapore delicato e leggermente amaro. Anche nel Salento si consuma questa pianta nota come "paparina".
I papaveri, nel mondo anglosassone, sono tradizionalmente dedicati alla memoria delle vittime sui campi di battaglia della prima e della seconda guerra mondiale. Ad esempio, in Gran Bretagna, nel Remembrance Day, tutti portano un papavero rosso all'occhiello.
Ma già in precedenza, si narra che Gengis Khan, l'imperatore e condottiero mongolo, portasse sempre con sé dei semi di papavero che spargeva sui campi di battaglia dopo le sue vittorie, in ricordo e rispetto di coloro che vi erano caduti con onore. A questo si ispirò il cantautore Fabrizio De André per i versi della sua notissima canzone "La guerra di Piero".
Nell'arte poi, sono molti i pittori e i fotografi che hanno realizzato opere indimenticabili ritraento questo fiore dal colore così intenso.



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